O di gente alle prese con l’immagine di sé
A fine agosto sono partita per un viaggio in barca a vela e questa esperienza, oltre a farmi navigare verso nuovi orizzonti, mi ha aiutato ad aprirne di nuovi.
Prima di partire, a tutti i membri dell’equipaggio è stato chiesto di fare il test sierologico COVID-19 per poter trascorrere una vacanza serena. Molto bene, mi è sembrata un’ottima idea.
Sono quindi andata in una clinica della città a prendere appuntamento per l’esame e l’addetta all’accettazione, con modo piuttosto sbrigativi, mi ha informata che avrei dovuto compilare un certo modulo indicando il nome del mio medico di base, poiché, nel caso fossi risultata positiva, sarebbe stata inoltrata comunicazione all’ASL e io sarei dovuta rimanere in isolamento fiduciario in attesa di accertamenti.
La persona all’accettazione, mi ha riferito, poiché doveva andare in una nazione che non prevedere l’obbligo di test, non lo ha fatto per evitare il rischio di non partire. La cosa mi ha lasciata piuttosto turbata, ho preso il foglio da compilare e sono andata a casa.
Da quel momento in avanti ho avuto timore a fare il test, per timore di essere asintomatica e che andasse all’aria tutto il mio progetto.