3 consigli e tendenze per il 2021

Gen / 2021 by
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3 consigli e tendenze per il 2021

Anno per anno, fra dicembre e gennaio, si stila la lista delle tendenze dell’anno nuovo. Ci sono tendenze di ogni tipo, ma quelle che più interessanti per noi sono sicuramente quelle che riguardano il mondo digitale, il marketing e le attività commerciale, e gli aspetti sociali che ruotano attorno a questo.

Il 2020 ci ha condotto ad accelerare il passo verso l’utilizzo ‘evoluto’ di strumenti e piattaforme digitali, per forza di cose, e questo ha favorito l’affermazione di nuovi modi di pensare, fare e comportarsi.

Le tendenze del 2021, perciò (come le tendenze di ogni anno) sono una sintesi, e allo stesso tempo un ampliamento, di micro segnali che già esistono e che in alcuni gruppi di persone sono già all’ordine del giorno. Quello che si prevede succederà è l’estensione di queste nuove pratiche e abitudini al vasto pubblico… prima che dalle nicchie nasca qualche nuova idea.

 

Di cosa si tratta?

Si parla di contenuti video preponderanti, di chatbot, di ricerca vocale, di intelligenza artificiale, di sfide fra utenti sui social, di collaborazioni sempre più intense con i nano influencer…

Queste cose stanno succedendo e, se si vuole essere al passo con i tempi e rispondere alle aspettative delle persone del 2021, è importante riconoscerle, farle proprie e inserirle nella propria strategia di comunicazione dell’anno. Ci sarà tempo per approfondirle una per una, ma intanto ho voluto fare una sintesi personale della situazione e individuare tre grandi aree da considerare e da provare ad applicarle poi alle situazioni quotidiane delle aziende.

Ne nascono tre consigli di inizio anno, da segnare in agenda e guardare come stelle polari del 2021.

C’è voglia di imparare… in fretta

Forse perché costrette in casa per lungo tempo, le persone si stanno interessando a scoprire e imparare cose nuove. Ci sono sicuramente le fonti ‘ufficiali’ di divulgazione, ma quello che interessa maggiormente è il fatto che le persone stiano imparando cose nuove dagli altri. Chi insegna a fare una torta, chi a conservare il cibo, chi a fare riparazioni, chi a rilassarsi, chi a dipingere con i colori a olio, chi a conoscere la fisica o la filosofia, chi a capire l’attualità, chi il passato, chi a porsi domande nuove.

Su Instagram è stato un trionfo di caroselli, i post fino a 10 immagini in sequenza. Spesso queste immagini sono visivamente collegate, così da dare l’idea di un’unica lunga striscia nella quale si esprime un concetto più articolato ma reso in modo grafico e facile da cogliere.

Nuovi formati come i Reels di Instagram, così come accade per i video di TikTok, sono utilizzati proprio a questo scopo e offrono mini tutorial della durata di poche decine di secondi.

YouTube stessa ha introdotto una funzione simile, per il caricamento di micro video che si sviluppano in parallelo ai video lunghi consueti per la piattaforma.

Quante volte vi è capitato di dire che i vostri clienti ‘non capiscono’ o ‘non apprezzano abbastanza’ quello che state facendo? Avete provato a dirlo e a raccontarlo in modo chiaro e coinvolgente? Avete provato a mettervi nei panni dei ‘divulgatori’ di voi stessi’?

Uno studio Cisco già un paio di anni fa dichiarava che entro il 2022 l’82% di tutti i contenuti online sarà video, breve, medio o lungo che sia. L’incremento dei contenuti video è costante: se c’è qualcosa da dire, insomma, meglio iniziare a pensare a farlo con un filmato.

Lo shopping sui social media

Parto con una definizione: il Social commerce è la possibilità che ha un utente di acquistare prodotti e servizi attraverso i social media e allo stesso tempo condividere con gli altri utenti la sua esperienza.

Il social commerce non si limita esclusivamente a promuovere l’acquisto da una piattaforma di eCommerce, ma coinvolge anche le fasi che lo precedono e che lo seguono, fidelizzando i clienti e migliorando i propri prodotti secondo i suggerimenti dei consumatori.

Non solo, però, scambio di opinioni ma anche transazioni.

TikTok ha stretto un accordo con la piattaforma ecommerce Shopify e negli USA sono apparsi i primi video pubblicitari TikTok che rendono possibile l’acquisto di prodotti tramite Shopify. Nel 2021 la funzione sarà disponibile anche in Europa.

Facebook già da tempo ha reso disponibile la funzione ‘shopping tag’ (su Facebook e su Instagram), che consiste nell’aggiungere uno speciale tag nelle foto e nei video verso un prodotto in vendita.

Per utilizzare la funzione, al momento, è necessario creare un catalogo prodotti collegato al proprio ecommerce, ma in vista ci sono nuove possibilità. La nuova funzione ‘Shop’ di Facebook, al momento disponibile sempre solo USA ma prossima a essere estesa ad altre nazioni, permetterà di creare un negozio al 100% dentro Facebook, senza quindi la necessità di aprire un proprio sito di ecommerce. Sarà quindi Facebook a fare da tramite anche per il pagamento.

Questo non significa che aprire uno shop direttamente in Facebook sia la soluzione per tutti, ma potrebbe essere una buona strata per le piccole attività che non hanno le risorse di affrontare la creazione di un ecommerce, o anche per tutti coloro che volessero prima fare piccoli test poco dispendiosi per capire poi come muoversi in modo autonomo.

Prima di arrivare a questo, al ‘social commerce’ vero e proprio, c’è tutta una parte esplorativa che siamo soliti compiere. È quello viene chiamato ‘social shopping’ e che costituisce la grande base dell’iceberg che in punta ha l’acquisto.

Citando Gianluca Diegoli “I social media sono una componente fondamentale della scoperta, della scelta e della valutazione di un prodotto per la maggior parte dei consumatori. L’azienda deve quindi monitorare e gestire il social shopping (le conversazioni e i contenuti correlati alla vendita) anche se non fa social commerce”.

Significa anche dare spazio ai propri prodotti e alle proprie soluzioni sui social media, utilizzarli maggiormente anche come vetrina virtuale estetica, e trovare il modo di rendere appetibile e positivamente ‘chiacchierabile’ ciò che si pubblica.

La giornalista Sarah Frier, in un libro intitolato No Filter, spiega che lo shopping tramite social va a genio ai brand perché spinge gli utenti agli acquisti d’impulso, aggirando il sistema delle recensioni che finora ha dominato l’ecommerce. Più ci manteniamo in contatto con amici e conoscenti diretti tramite i social media, più ciò che dicono e scrivono diventa rilevante e determinate per noi, consigli sugli acquisti compresi. Ne consegue che, sempre più, quello che viene detto, fatto e mostrato crea il terreno per favorire o meno le nostre scelte di acquisto.

Nuove virtù da sviluppare

Potremmo dire che è più che mai il tempo di: flessibilità, scopo, fiducia, umanità e partecipazione

La pandemia ci ha fatto lavorare duramente sulla flessibilità, sullo spirito di adattamento, e su una nuova percezione dei rapporti umani. Non è stata sicuramente una parentesi. Voglio dire: è uno dei grandi doni che ci ha offerto l’anno più anomalo che ricordiamo e sarebbe un peccato dimenticarsi presto di quanto imparato e… di un’offerta così generosa (sul serio, non sto scherzando anche se può sembrare :-P).

La tecnologia, che per tanto tempo a molti è apparsa fredda e distaccata, è stata l’unico modo per mantenere caldi rapporti umani, avvicinando a essa anche coloro che la avevano sempre guardata con sospetto.

Risultato: siamo tutti un po’ più alfabetizzati e portati a relazionarci a distanza.

Gestire i rapporti lavorativi e commerciali a distanza, B2B o B2C che fossero, ha messo alla prova la fiducia. La fiducia verso l’azienda/la marca è sempre più determinante, è quella che fa propendere per un sì o per un no, e per questo va coltivata, coccolata, alimentata. Deve esserci un operato lineare, forte, corretto e coerente alla base di tutto; in termini di comunicazione significa gestire le informazioni e le relazioni con i clienti in modo chiaro e trasparente.

Per poter rendere il messaggio davvero vincente, bisogna avere chiare due cose: lo scopo e gli interlocutori.

Significa avere ben chiaro chi si è e a chi si vuole parlare.

Se avete affrontato questo discorso appena prima della pandemia, potrebbe essere necessario riprenderne le fila e capire che cosa funziona ancora e che cosa no, se c’è qualcosa di nuovo o di diverso da considerare nel vostro ‘equipaggamento di comunicazione’.

Sicuramente voi siete cambiati negli ultimi 12 mesi, con tutto quello che è successo e che avete dovuto affrontare, ma lo stesso è successo ai vostri clienti. Magari, come succede tante volte nelle relazioni di ogni tipo, entrambi siete cambiati ma continuate a comportarvi o a raccontarvi come prima. Vi siete resi conto di essere cambiati, sì o no?
Forse è ora di pensarci e di dare una rinfrescata a tutto.

In termini pratici può voler semplicemente dire fermarsi un momento e chiedersi:

  • I materiali che sto usando e i messaggi che sto veicolando mi rispecchiano ancora?
  • Manca qualcosa o c’è qualcosa da togliere?
  • Cosa ho fatto di nuovo e di rilevante che vale la pena far conoscere a tutti?
  • Le priorità che avevo l’anno scorso sono le stesse che ho adesso?
  • I miei clienti hanno le stesse priorità di prima? Hanno gli stessi bisogni di prima? Ci sono nuovi tipi di clienti?
  • Come faccio a rendermi interessante per questo nuovo tipo di persona che ho davanti?

Il lavoro e la comunicazione saranno sempre più empatiche, calde, basate sulla partecipazione e sull’ascolto vero, che sia di persona, tramite email, in videoconferenza, sui social media o via chat e messenger.

La presenza dovrà essere estesa, costante, diffusa (a proposito, ricordo un articolo precedente in cui parlo di omincanalità).

Si è partner, compagni di viaggio almeno per un pochino, e perché la coppia funzioni, bisogna ascoltarsi e confrontarsi, ma soprattutto esserci.

 

Cosa ne pensate? Vi riconoscete in questi tre punti? Li avete già considerati?
Parliamone! 🙂

Questo post ti ha dato degli spunti e delle idee?
Vorresti sviluppare un progetto di comunicazione per il 2021?

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